Le due lune di Marte, Phobos e Deimos, potrebbero essere nate dai frammenti di un antico asteroide distrutto durante un incontro ravvicinato con il pianeta rosso. A indicarlo sono le simulazioni realizzate con l'aiuto dell'intelligenza artificiale e pubblicate sulla rivista Icarus dal gruppo di ricerca guidato da Jacob Kegerreis, del Centro di ricerca Ames della Nasa.
Secondo gli autori della ricerca, in un lontano passato un grande asteroide sarebbe passato molto vicino a Marte, così vicino da esserne deformato dalla forza gravitazionale e distrutto in centinaia di migliaia di frammenti. Parte di questi frammenti vennero espulsi lontani dall’orbita marziana, altri caddero sul pianeta ma un’altra parte restò intrappolata in orbita attorno a Marte. Questi frammenti nel tempo produssero nuove collisioni, fino a formare un grande disco di detriti che gradualmente si compattò dando origine a due grandi aggregati: le attuali lune marziane Phobos e Deimos.
Si tratta di un’ipotesi nuova, la cui verosimiglianza è stata messa alla prova realizzando una serie di simulazioni il supercomputer dell'università britannica di Durham, che ha elaborato centinaia di possibili situazioni, in base alla grandezza e la traiettoria dell’asteroide iniziale. Quest’ipotesi spiegherebbe piuttosto facilmente le orbite delle due lune, in particolare quella di Deimos, la più lontana, che si sarebbe formata dunque in modo graduale dall’aggregazione di detriti. Proprio la stranezza di Deimos aveva finora messo in dubbio la possibilità che le lune fossero nate in seguito allo scontro di Marte con un asteroide, così come si ipotizza sia nata la nostra Luna, oppure dalla cattura gravitazionale di due asteroidi vaganti che sarebbero poi rimasti legati in orbita diventando le due lune.
Ovviamente le simulazioni non forniscono alcuna prova e solo dalla raccolta di campioni delle due lune potranno arrivare eventuali conferme. A fornire questi dati potrebbe essere l’ambiziosa missione spaziale giapponese Martian Moons Exploration (Mmx), il cui lancio è previsto nel 2026 e il cui obiettivo è portare a Terra campioni di terreno di Phobos e Deimos.
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