L'Oceano Antartico potrebbe essere il "detonatore" del riscaldamento globale, o almeno questo è stato il suo ruolo alla fine dell'ultima glaciazione: cambiamenti nelle sue correnti hanno causato il rilascio nell'atmosfera di enormi quantità di anidride carbonica (CO2) immagazzinate che hanno amplificato il riscaldamento del pianeta. Lo ha dimostrato la ricerca coordinata dall'Università di Oldenburg, insieme a Istituto Max Planck e Istituto Alfred Wegener e pubblicata sulla rivista Science.
L'Oceano Antartico gioca un ruolo importantissimo nella regolazione del clima perché può assorbire grandi quantità di CO2 attraverso microscopiche alghe. Queste, morendo si depositano sul fondale oceanico portando con sé l'anidride carbonica sequestrata.
Per investigare il comportamento dell'oceano negli ultimi 30.000 anni, i ricercatori guidati da Katharina Pahnke hanno estratto carote di sedimenti dal fondale fra 3.000 e 4.000 metri di profondità e le hanno analizzate alla ricerca di forme diverse di un raro metallo, il neodimio, le cui percentuali variano a seconda della provenienza delle correnti.
I ricercatori hanno scoperto che durante il picco dell'ultima glaciazione, circa 20.000 anni fa, le correnti più profonde dell'Oceano Antartico si mantenevano nettamente separate da quelle più superficiali. Invece quando la temperatura è aumentata, circa 18.000 anni fa, le correnti si sono mischiate e questo ha portato al rilascio delle enormi quantità di anidride carbonica immagazzinate nelle acque più profonde.
L'Oceano Antartico "detonatore" del riscaldamento globale
Immagazzina tonnellate di CO2 a rischio