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Terremoto a Muccia legato alla sequenza del 24 agosto 2016

Ingv, da un mese eventi concentrati nel margine settentrionale

Redazione Ansa

E’ ancora legato alla sequenza del 24 agosto 2016 il terremoto di magnitudo 4,6 avvenuto alle 5:11 di oggi a due chilometri da Muccia (Macerata): lo ha detto all’ANSA il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) , Carlo Doglioni. Sia il terremoto di magnitudo 4,6, sia le numerose repliche, almeno tre delle quali di magnitudo compresa fra 3 e 4, “rientrano nel margine settentrionale della sequenza che si è attivata il 24 agosto 2016”.

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Localizzazione del terremoto del 10 aprile 2018 nelle Marche (fonte: INGV)

“Da un mese – ha proseguito Doglioni – ha iniziato a mobilizzarsi la zona che si trova nel margine settentrionale del volume che si è attivato il 24 agosto 2016. All’inizio abbiamo assistito a poche decine di eventi, poi sono diventati 200, la settimana scorsa sono diventati 300 in un crescendo che ha portato a una scossa relativamente maggiore”, quella di magnitudo 4,6.

La sequenza dell'agosto 2016 è probabilmente destinata proseguire:  "è normale che una sequenza che ha mobilitato un volume così grande duri a lungo", ha osservato Doglioni. "Per una sequenza che ha mobilizzato un volume più piccolo, come quella legata al terremoto de L'Aquila del 2009, sono stati necessari tre anni per tornare a un'attività con valori confrontabili a quelli precedenti all'evento. E' quindi possibile che la sequenza che si è attivata nell'agosto 2016 duri ancora non meno di un anno.

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Il settore settentrionale della sequenza sismica che si è attivata il 24 agosto 2016 (fonte: INGV)

Il terremoto di magnitudo 4,6 avvenuto nelle Marche è stato 500 volte inferiore a quello di magnitudo 6,5 del 30 ottobre 2016: lo ha rilevato Doglioni. Quel forte terremoto, avvenuto vicino Norcia, rientrava nella sequenza che si era attivata pochi mesi prima, il 24 agosto, e complessivamente nell'ambito della stessa sequenza sono state registrate 64 scosse simili a quella avvenuta oggi, ossia di magnitudo compresa fra 4 e 5.
In tutti i casi a scatenarle è il meccanismo di tipo estensionale caratteristico dei terremoti dell'Appennino, nel quale la crosta terrestre subisce una sorta di 'stiramento' con un conseguente allargamento dell'Italia Centrale.

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