Antiche foglie, conservate nei sedimenti di una laguna australiana, custodiscono ancora il ricordo delle piogge e dei periodi di siccità che si sono succeduti negli ultimi 7.700 anni: analizzate dai ricercatori dell'Università di Adelaide, permettono di capire come i cambiamenti climatici hanno influito sulle oscillazioni periodiche delle condizioni meteorologiche generate dall'alternarsi di El Nino e La Nina.
"E' molto raro trovare preservate nei sedimenti delle foglie così antiche che possano raccontarci tanto dell'ambiente. Ad esempio - spiega il paleoclimatologo Cameron Barr - il contenuto di isotopi di carbonio delle foglie ci può dire che tipo di stress idrico hanno vissuto le piante durante la crescita delle foglie". Le analisi sono state facilitate dal fatto che le foglie ritrovate appartengono tutte alla stessa specie di pianta, la melaleuca.
La loro diversa composizione chimica indica che 5.000-6.000 anni fa la regione sudorientale del Queensland dove si trova la laguna ha vissuto un periodo generalmente umido, probabilmente dominato dal fenomeno de La Nina. "Circa 3.000 anni fa si è poi virato verso un clima più variabile e sempre più asciutto, che evidenzia il rafforzamento de El Nino", spiega il ricercatore John Tibby. "Ci sono stati importanti periodi di siccità in questa fase, addirittura più secchi della cosiddetta 'siccità del Millennio' che ha interessato il Sud-Est dell'Australia tra il 1997 e il 2009. Da quello che possiamo riscontrare, la probabilità di una siccità più severa della 'siccità del Millennio' è molto più elevata della probabilità che se ne verifichi un'altra nei prossimi 10.000 anni. La nostra ricostruzione delle precipitazioni - conclude Tibby - indica che potrebbe essere addirittura dieci volte più probabile".
Foglie fossili raccontano 7.000 anni di piogge e siccità
Aiutano a ricostruire i cambiamenti climatici del passato