I mammut, i mastodonti e gli altri antenati degli elefanti moderni sono stati decimati dai cambiamenti climatici prima ancora che dalle lance dei cacciatori preistorici: una parabola simile a quella dei dinosauri, già in forte declino per colpa del clima nei 10 milioni di anni antecedenti alla caduta dell’asteroide. Lo indicano due ricerche internazionali pubblicate rispettivamente su Nature Ecology and Evolution e Nature Communications.
Il primo studio, condotto dai paleontologi delle università di Bristol (Gran Bretagna), Alcalà (Spagna) ed Helsinki (Finlandia), ha preso in esame i resti di antichi proboscidati conservati nei musei di mezzo mondo per ricostruire l’evoluzione di 185 specie nell’arco di 60 milioni di anni. Analizzando tratti come le dimensioni, la forma del cranio e la superficie masticatoria dei denti, i ricercatori hanno scoperto che l’evoluzione di questi animali ha subito una forte accelerazione 20 milioni di anni fa, quando sono usciti dall’Africa per migrare verso Europa, Asia e Nord America. Il rischio di estinzione ha raggiunto il picco 2,4 milioni di anni fa in Africa, 160.000 anni fa in Eurasia e 75.000 anni fa in America: una tempistica che riflette quella dei cambiamenti climatici e non l’espansione delle prime popolazioni umane né lo sviluppo degli strumenti per la caccia ai grandi erbivori.
Il clima sarebbe responsabile anche del declino dei dinosauri, come dimostra il secondo studio condotto dalle università di Bristol e Montpellier. “Abbiamo studiato le sei famiglie di dinosauri più diffuse nel Cretaceo, tra 150 e 66 milioni di anni fa – spiega il primo autore Fabien Condamine - e abbiamo osservato che si stavano evolvendo ed espandendo con successo fino a quando, 76 milioni di anni fa, c’è stato un declino repentino. Il tasso di estinzione è salito e in alcuni caso il tasso di comparsa di nuove specie è crollato”. Due i fattori che hanno determinato questo sconvolgimento: “il primo è che il clima è diventato più freddo, rendendo difficile la vita ai dinosauri – spiega Mike Benton di Bristol – poi la perdita degli erbivori, che ha reso gli ecosistemi instabili e suscettibili a una cascata di estinzioni”.
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