L’impatto dell’asteroide che mise fine all’era dei dinosauri, 66 milioni di anni fa, generò anche lunghissimi terremoti, che fecero tremare la Terra per settimane o anche mesi: questi terremoti rilasciarono una quantità di energia 50mila volte maggiore rispetto al devastante terremoto avvenuto al largo dell’isola di Sumatra nel 2004, di magnitudo 9.1. Le prove a sostegno di questa tesi sono state presentate da Hermann Bermúdez, dell’Università statale statunitense di Montclair, nel convegno della Società Geologica Americana (Gsa), a Denver.
Nel 2014, sull'isola colombiana di Gorgonilla, Bermúdez ha scoperto dei depositi di piccole sfere di vetro (grandi fino a 1 millimetro) e frammenti vetrosi noti come ‘tectiti’ e ‘microtectiti’: si tratta di materiali che si sono formati quando l’enorme calore e pressione provocato dall’impatto dell’asteroide ha fuso e frantumato la crosta terrestre, sparando nell’atmosfera piccole gocce che sono poi ricadute sotto forma di vetro. Gli strati che si trovano sotto a questi depositi, che all’epoca della caduta dell’asteroide costituivano il fondo dell’oceano, mostrano una grande deformazione, che il ricercatore attribuisce al terremoto provocato dall'impatto.
I depositi di piccole sfere di vetro trovati sull'isola colombiana di Gorgonilla (Fonte: Hermann Bermúdez)
Tuttavia, le deformazioni continuano anche negli strati successivi composti dalle sfere di vetro: questo indicherebbe che lo scuotimento è proseguito per un certo tempo, settimane o mesi, cioè il tempo che i frammenti vetrosi hanno impiegato per ricadere a terra. Appena sopra quei depositi vetrosi ci sono poi spore conservate di felce, che segnalano il primo recupero della vita vegetale. Prove di questi mega-terremoti sono state rinvenute da Bermúdez anche in Messico e in diverse zone degli Stati Uniti, dove sono osservabili crepe nelle rocce e depositi lasciati da enormi onde di tsunami.
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