Il Canada in fiamme, la cui coltre di fumo e cenere si è estesa fino alla città di New York, è stato fotografato anche dai satelliti: finora, secondo i dati aggiornati al 5 giugno dell'Agenzia per la prevenzione degli incendi del Quebec, sono bruciati oltre 160mila ettari di territorio, una superficie enormemente maggiore rispetto a quella che viene interessata in media dagli incendi in questa stagione, pari a circa 247 ettari. Secondo la stessa Agenzia, l’insolita violenza di quest’anno è dovuta anche alle temperature elevate e alle condizioni di siccità che si sono registrate nella regione.
La stagione degli incendi in Quebec, la provincia del Canada orientale più colpita, inizia solitamente alla fine di maggio. Quest’anno però, l’inizio di giugno ha visto l’accendersi di decine di nuovi incendi insolitamente intensi, in alcuni casi dovuti ai fulmini. Il 3 giugno il fumo che si alzava dai vari focolai è stato fotografato dal satellite Aqua della Nasa, un satellite lanciato nel 2002 che orbita intorno alla Terra per studiare le precipitazioni, l'evaporazione e il ciclo dell'acqua. Al 5 giugno, solo in Quebec erano attivi più di 150 incendi e più di 200 in tutto il Paese risultano fuori controllo.
Poco dopo l’inizio degli incendi, i residenti interessati dall’ordine di evacuazione sono stati oltre 20mila. Il fumo ha provocato molti allarmi sulla qualità dell'aria: il 4 giugno, l'indice di qualità dell'aria per il particolato fine, il cosiddetto PM 2,5, è stato classificato come malsano in diverse aree del Canada e lo stesso è accaduto negli ultimi giorni anche in ampie zone degli Stati Uniti Nord-orientali, da New York al South Carolina, con 13 stati interessati. La situazione non sembra poter migliorare a breve: il servizio meteorologico ha messo in guardia su un possibile peggioramento nei prossimi giorni.
Il Canada in fiamme fotografato dai satelliti, bruciati 160mila ettari
L’insolita violenza degli incendi dovuta anche a temperature elevate e siccità