Un nuovo sciame sismico è iniziato ai Campi Flegrei in maniera concomitante alla scossa di magnitudo 3.6 avvenuta il 16 ottobre alle ore 12,36 italiane. Il terremoto, registrato ad una profondità di circa 2 chilometri e localizzato 5 chilometri a Sud-Est di Pozzuoli, è stato preceduto da alcune scosse più deboli nelle giornate del 14 e 15 ottobre. “Prosegue la risalita di gas ed il sollevamento del suolo associato a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi”, spiega all’ANSA Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: “Al momento registriamo tra le 3mila e le 4mila tonnellate di CO2 emesse ogni giorno”.
Il terremoto del 16 ottobre scorso è il più forte da quello di magnitudo 4.0 avvenuto il 2 ottobre alle ore 22,08 che, anche in quel caso, aveva dato il via ad un nuovo sciame sismico. Sopra la soglia della magnitudo 3.0, a partire da settembre, si sono registrati anche l’evento del 27 del mese (4.2), quello del giorno precedente con magnitudo 3.2, del 22 settembre (3.0) e del 7 settembre (3.8). “Gli eventi di questa intensità sono stati pochissimi – dice Di Vito – la stragrande maggioranza sono al di sotto della magnitudo 2.0, in tutto registriamo circa un migliaio di scosse al mese”.
Confermata l’assenza di segnali della risalita di magma in superficie, che è la condizione necessaria perché avvenga un’eruzione. Questo fenomeno, infatti, verrebbe annunciato in maniera evidente tramite i dati di monitoraggio continuo fatto dall’Ingv: ad esempio, si registrerebbero bruschi aumenti nella temperatura delle rocce, evidenti deformazioni del suolo e anche accelerazioni nella gravità. Il rapido susseguirsi di sciami sismici nell’area, dunque, è dovuto al momento solo alla risalita continua di gas e all’accumulo di energia.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it