Grazie a tecniche di nuova generazione per stimare le emissioni di CO2 sarà possibile ottenere previsioni ambientali sempre più accurate: il risultato si deve allo studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters e guidato dall’Istituto Nazionale giapponese per gli Studi Ambientali, al quale ha dato un importante contributo anche l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna.
I dati che hanno reso possibile la messa a punto di questi metodi, infatti, arrivano anche dall’Osservatorio climatico italiano ‘Ottavio Vittori’ del Monte Cimone, il picco più elevato dell'Appennino settentrionale localizzato in provincia di Modena, gestito dall’Isac-Cnr in stretta collaborazione con il Centro Aeronautica Militare di Montagna dell’Aeronautica Militare.
I ricercatori guidati da Lorna Nayagam hanno raccolto i dati elaborati dal 2015 al 2019 da diverse reti di monitoraggio, tra cui quella dell’Osservatorio del Monte Cimone, che raccoglie informazioni importanti sui gas a effetto serra ed è parte dell’infrastruttura di ricerca europea Icos (da Integrated Carbon Observation System). A differenza di simili ricerche precedenti, gli autori dello studio sono riusciti a stimare le emissioni di CO2 su scala regionale invece che nazionale o continentale. Inoltre, i dati sono stati raccolti da reti di osservazione distribuite in tutto il mondo: grazie a questo approccio integrato, le stime delle emissioni risultano molto più accurate.
“Lo studio è stato possibile grazie all’acquisizione di misure fatte sul posto e allo sviluppo di modelli climatici più precisi”, afferma Pamela Trisolino dell’Isac-Cnr, co-autrice dello studio. “I risultati ottenuti consentiranno di ottenere stime più precise relative agli scambi e alle emissioni di anidride carbonica e, di conseguenza, raggiungere previsioni ambientali maggiormente accurate – conclude la ricercatrice – contribuendo così a fornire un supporto alle politiche di mitigazione del clima”.
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