A guidare le più recenti glaciazioni potrebbe essere stata la grande asimmetria dei ghiacci tra Antartide, molto estesi, e Artico, ben più limitati: a indicarlo è uno studio guidato da An Zhisheng, dell’Accademia delle Scienze Cinese, e pubblicato sulla rivista Science. Un'asimmetria finora poco analizzata e che potrebbe avere un importante impatto anche sull’evoluzione del clima.
“Questo nostro studio cerca di dare un contributo a una delle grandi questioni aperte: che cosa provoca le glaciazioni?”, ha detto An. È noto che il nostro pianeta ha attraversato ciclicamente periodi più caldi e periodi più freddi, cambiamenti ricostruiti soprattutto attraverso analisi di carote dei ghiacci di tutto il mondo. Fino a circa 1,25 milioni di anni tali alternanze di periodi caldi e freddi erano piuttosto lunghe e poco accentuate, ma a partire da 1,25 milioni di anni si sono fatte più rapide e nette, con periodi molto più freddi, tanto da avere ghiacci praticamente in tutta Europa e per questo detti periodi glaciali, e periodi di caldo piuttosto intenso, più dei periodi precedenti.
Sono state proposte molte teorie per giustificare questi cambiamenti ma ora lo studio dei ricercatori cinesi aggiunge un ulteriore elemento, ossia la cosiddetta asimmetria dei poli. Il polo Sud è infatti coperto da una calotta glaciale molto più consistente di quella che si trova al polo Nord e questa asimmetria secondo il nuovo studio influenzerebbe in modo importante i flussi di calore dell’intero pianeta, giocando un ruolo importante sull’alternanza delle ere glaciali.
“Questa asimmetria può innescare potenti feedback positivi capaci di indurre enormi cambiamenti nel clima. Un punto finora sottovalutato - ha detto uno degli autori, Cai Wenju dell’Accademia delle Scienze Cinese - ma che ha importanti implicazioni per la comprensione e la proiezione del clima della Terra sotto il riscaldamento da effetto serra”.
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