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Nell’acqua potabile un composto finora sconosciuto

Legato a un disinfettante comune negli Usa

Scoperto un nuovo composto nell’acqua potabile (fonte: M. Goins/Freelance artist)

Redazione Ansa

Nell’acqua potabile è stato individuato un composto finora sconosciuto, prodotto dalla degradazione della cloramina, una sostanza utilizzata come disinfettante solo in alcuni tipi di impianti, soprattutto negli Stati Uniti. I possibili effetti sulla salute non sono noti e per questo il composto è all’attenzione dei ricercatori. E' stato descritto per la prima volta sulla rivista Scienze dal gruppo di ricerca internazionale guidato da Julian Fairey, dell'Università dell'Arkansas.

 “In Italia, e in generale in Europa, è piuttosto difficile riscontrare l’uso della cloramina per il trattamento dell’acqua negli impianti pubblici. Dunque, appare difficile poter avere presenza di questa nuova molecola nell’acqua delle nostre case”, ha detto all’ANSA l'esperto di Chimica inorganica Luca Tortora, dell’Università di Roma Tre.

La nuova molecola, che finora era sempre sfuggita alle analisi molecolari, si chiama anione cloronitramide ed è il prodotto finale della decomposizione della più nota cloramina inorganica, usata comunemente negli acquedotti statunitensi che servono più di 113 milioni di persone.

 “Identificare infatti molecole così piccole e in concentrazioni bassissime è piuttosto complesso, tanto che per osservare l'anione cloronitramide i ricercatori hanno dovuto prima sintetizzarla in laboratorio, così da realizzarne una sorta di foto segnaletica, e poi cercarla all’interno dei campioni d’acqua”, ha aggiunto Tortora. 

Di questa molecola si sa ancora molto poco ma, sottolineano gli autori, ha grandi somiglianze a livello chimico con alcuni composti che possono essere tossici per l’uomo. Per questo, conclude lo studio, è importante analizzarne più approfonditamente il rischio per la salute. “Ritengo sia importante mantenere sempre molto alto il livello di attenzione su tutti i prodotti di decomposizione di questi disinfettanti secondari che usiamo nel trattamento delle acque, anche se noi ne usiamo solitamente altre tipologie, ma è molto prematuro - ha concluso Tortora - arrivare a qualsiasi conclusione di tossicità oppure crearne un caso”. 

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