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Oltre 1.000 scosse a Santorini, l’evoluzione resta incerta

Ingv: 'lo sciame potrebbe esaurirsi o vedere terremoti più forti'

Oltre 1.000 scosse a Santorini, l’evoluzione resta incerta
Mappa dei terremoti avvenuti durante los ciame sismico iniziato il 27 gennaio 2025 nell’area  delle Cicladi (fonte: EMSC-CSEM – INGV)

Redazione Ansa

Oltre 1.000 terremoti con magnitudo maggiore di 2 a partire dal 27 gennaio, di cui 3 superiori a 5: sono i numeri dello sciame sismico che interessa le Isole Cicladi, delle quali fa parte Santorini. Nuovi aggiornamenti pubblicati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sul suo sito indicano che l’evoluzione dello sciame sismico attuale è incerta, potrebbe esaurirsi così come vedere terremoti più forti.

Alle 15,00 del 5 febbraio 2025  "sono stati registrati 1.028 terremoti con magnitudo maggiore di 2. Di questi - scrive l'Ingv - 90 hanno magnitudo compresa tra 4.0 e 4.9 e 3 pari o superiore a 5.0; la profondità massima è 35 km e la minima di 2 km: la maggior parte dei terremoti ha una profondità che si attesta sui 10 km”. La scossa maggiore, aggiunge l'Ingv, è avvenuta il 4 febbraio con una magnitudo 5.2.

L’area interessata è una delle più attive sismicamente della regione. Lo sciame sismico in corso avviene lungo la zona di faglia Santorini-Amorgos, nota per la sua capacità di generare terremoti di magnitudo elevata. Il terremoto più distruttivo registrato nella zona si è verificato il 9 luglio 1956 con magnitudo 7.1, seguito da un forte seconda scossa di magnitudo 6.9.

L’attività sismica in corso si colloca a circa 30km del vulcano Santorini, protagonista da  eruzioni storiche, come quella che nel 1610 a.C. circa sconvolse il Mediterraneo. “L’evoluzione dello sciame sismico attuale è comunque incerta: l’aumento progressivo della magnitudo e il numero elevato di eventi sismici suggeriscono infatti la possibilità di un coinvolgimento di fluidi nella crosta, piuttosto che una tipica sequenza mainshock–aftershock (scossa principale-scosse successive)”, spiega l’Ingv. “In passato – prosegue il comunicato – sono stati osservati nella regione sciami simili, alcuni dei quali si sono esauriti senza innescare eventi di maggiore magnitudo, mentre altri hanno preceduto terremoti più forti”.

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