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Colpito gruppo hacker che chiedeva riscatti milionari

Operazione internazionale, per l'Italia attiva la Polizia postale

Redazione Ansa

Uno dei gruppi hacker più noti al mondo - Ragnar Locker - è stato colpito da un'operazione di polizia internazionale, condotta per l'Italia dalla Polizia postale .
Sotto la direzione della procura di Milano, il Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Lombardia, con il coordinamento del servizio Polizia postale, ha condotto una serie di lunghe e complesse indagini che hanno consentito l'individuazione e il fermo in Francia di un informatico 35enne considerato figura di spicco all'interno della gang specializzata in attacchi informatici di tipo ransomware, con richiesta di riscatto. Tra le vittime recenti l'ospedale israeliano "Mayanei Hayeshua" di Tel Aviv e la principale compagnia aerea portoghese.

Sono 168 i 'colpi' accertati dalla polizia internazionale, L'uomo arrestato aveva il ruolo di sviluppatore dei software malevoli utilizzati per la cifratura dei dati delle aziende attaccate. E' di origini russe, residente nella Repubblica Ceca e dipendente come informatico di un'azienda francese.

Gli attacchi di Ragnar Locker, informa la Polizia, erano distruttivi, in grado di cifrare, e quindi paralizzare, i sistemi colpiti, pregiudicando così l'erogazione di servizi pubblici essenziali in vari settori, quali sanità, energia, trasporti, comunicazioni. In Italia il gruppo ha colpito, dal 2020, l'Azienda ospedaliera di Alessandria, la Campari e la Dollmar, distributore di prodotti chimico-industriali. Sono stati richiesti riscatti da 5 a 70 milioni di dollari per ottenere la restituzione dei dati, ma a fronte del pagamento, la restituzione non aveva luogo; seguiva piuttosto l'ulteriore ricatto della pubblicazione sul darkweb dei dati esfiltrati (tecnica della "doppia estorsione"). Il gruppo criminale dissuadeva inoltre le vittime dal rivolgersi alla polizia, minacciando, in caso contrario, di pubblicare i dati sulla propria pagina nel darkweb, chiamata Wall of Shame (il "Muro della Vergogna"), ora sotto sequestro.

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