"La crescita della sicurezza digitale del paese è centrale. Il ritorno che una Pmi può avere nel breve, investendo in cybersicurezza, è poco, ma nel medio- lungo è tanto. Bisogna fare capire alle Pmi che se non raggiungeranno presto la maturità sulla sicurezza probabilmente avranno un destino infelice, saranno votate a una sparizione dal mercato".Lo ha detto il direttore generale dell'Agenzia per la Cybersicurezza nazionale, prefetto Bruno Frattasi, intervenendo al convegno 'La sfida della cybersicurezza per un'Italia sempre più digitale. Politiche, competenze, regole' nella Sala Matteotti della Camera dei Deputati. "È un tema nazionale, non legato alla singola impresa - ha aggiunto - È un tema generale di competitività del paese che non può essere trascurato.
Investìmenti vanno fatti, nel pubblico nel privato. Come sostenerli? L'Acn lo sta facendo, con 22 milioni che nascono da una misura Ue a cui possiamo accedere. Con Confindustria e Generali stiamo facendo un piano di sensibilizzazione delle Pmi per fare comprendere all'uditorio che possono attingere a queste risorse, che sono cospicue ma molto distribuite sono modeste.
Possiamo però incrementarle. A capo del centro europeo di competenze abbiamo un italiano, è un successo del nostro paese, frutto del lavoro di squadra tra Governo, Farnesina, Acn. Una scelta strategica perché è lì che c'è l'allocazione delle risorse ed è una buona notizia su cui lavorare. C'è un tema del rapporto tra autorità investigativa, giudiziaria e resilienza - ha detto ancora Frattasi - Ora il ransomware è la principale minaccia alla nostra economia. Non è solo la minaccia usata dagli hacker che seguono delle ideologie ma anche dalla criminalità organizzata, in misura maggiore di quanto immaginiamo. Se crediamo in una maggiore esigenza punitiva rispetto a questo - ha concluso il prefetto - diamo una maggiore resilienza al paese".
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