ROMA - Il 39% delle persone ha in famiglia quattro o più dispositivi informatici come computer, smartphone e tablet, e il 29% ha già perso almeno una volta i suoi dati, eppure il 33% - cioè una persona su tre - non ha mai eseguito un backup dei propri file. E' quanto emerge da un'indagine condotta dalla società di sicurezza informatica Acronis e pubblicata in occasione del World backup day che ricorre ogni anno il 31 marzo.
Fare un backup significa creare una seconda copia dei propri file - dalle fotografie e dai video alle email e ai documenti - in modo da non rischiare di perderli nel caso in cui il computer o il telefono in cui sono memorizzati si rompa, sia smarrito o rubato. Oppure che qualche hacker li rubi e chieda un riscatto per la restituzione. La giornata mondiale si celebra dal 2011 per rendere le persone consapevoli dell'importanza di fare un backup, sia esso su una memoria Usb, un hard disk oppure online, attraverso un servizio cloud.
L'importanza oggi è elevata come non mai, visto l'aumentare delle minacce informatiche che prendono di mira i dati degli utenti. Il 2018 - avverte Acronis - "sarà l'anno peggiore per i cyber-attacchi e per gli incidenti che comportano perdite di dati". E questo a causa di minacce sempre più sofisticate e numerose, in primis il ransomware.
Il ransomware è un vero e proprio sequestro, anche se virtuale: gli hacker infettano computer e smartphone, ne bloccano l'accesso o criptano i contenuti che vi sono memorizzati, lasciando i dispositivi nelle mani dei proprietari ma rendendoli di fatto inservibili. Se si vuole che tutto torni alla normalità, c'è da pagare un riscatto ("ransom" in inglese).
Secondo Cybersecurity Ventures, i danni causati dal ransomware alle aziende sono passati dai 325 milioni di dollari nel 2015 a 5 miliardi nel 2017, e raggiungeranno gli 11,5 miliardi nel 2019. Se l'anno scorso si contava un attacco ogni 40 secondi, l'anno prossimo ce ne sarà uno ogni 14 secondi.