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OpenAI, chip fatti in casa per spingere i nuovi ChatGpt

Producendo l'hardware da sé l'azienda abbatterebbe i costi

Redazione Ansa

Dopo il successo di ChatGpt e gli importanti investimenti da parte di Microsoft, OpenAI potrebbe realizzare internamente semiconduttori destinati a progetti di intelligenza artificiale. Nei prossimi anni, è attesa l'Agi, intelligenza artificiale di nuova generazione, che però richiede infrastrutture e strumenti dedicati, spesso costosi. Secondo Reuters, OpenAI sta esplorando la possibilità di fondare una divisione dedicata alle iniziative hardware, allargando l'attuale business del software, che vede nel chatbot ChatGpt il servizio di punta.

L'amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, avrebbe deciso di seguire la produzione interna per diversi motivi. Innanzitutto per far fronte al perdurare di carenza di chip e semiconduttori da parte delle compagnie che forniscono i big del settore, localizzate principalmente in Taiwan. Ma anche per dare una forte accelerata ad un mercato ancora poco consolidato, quello dei semiconduttori per l'intelligenza artificiale. Al momento, è Nvidia la principale compagnia attiva nell'ambito mentre altre organizzazioni hi-tech, tra cui la giapponese SoftBank, starebbero pensando di entrare nel segmento, visto come un trend di successo per il futuro. Inoltre, ogni domanda posta a ChatGpt "costa" all'azienda circa 4 centesimi. Se le richieste al chatbot raggiungessero un decimo del traffico su Google, OpenAI avrebbe bisogno di strumentazioni per un valore di 48,1 miliardi di dollari, spendendo 16 miliardi di dollari all'anno in chip.

Costruirli in proprie fabbriche permetterebbe, secondo The Information, di abbattere i costi. Microsoft, il più grande sostenitore di OpenAI, sta lavorando su un proprio chip IA dal 2019, con nome in codice Athena.
   

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