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Robot, la nuova sfida è simulare emozioni come il rimorso

Ma aumenta il rischio di essere manipolati

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 19 OTT - Robot capaci provare emozioni, a partire dal rimorso e il rimpianto: è questa una delle prossime sfide, soprattutto in vista degli automi destinati a interagire con gli umani nei luoghi di lavoro o nelle case. Ad accendere il dibattito è l'articolo pubblicato sulla rivista Science Robotics dell'esperta di interazione uomo-macchina Robin Murphy, dell'Università A&M del Texas. A ispirare la riflessione è il recente romanzo di fantascienza Sea of Rust di Robert Cargill, punto di partenza della ricercatrice per sottolineare alcuni dei pericoli insiti nelle emozioni espresse dai robot, in particolare il rischio manipolazione degli umani.
    "Quando parliamo di emozioni nel mondo dei robot o dell'Intelligenza Artificiale, siano di rimorso o rimpianto oppure di gioia o tristezza, deve essere ben chiaro che non si tratta di vere emozioni bensì di emozioni simulate. I robot non possono avere cognizione di cosa sia la gioia o la tristezza", ha detto all'ANSA il giurista esperto di robotica e interazione uomo-macchina Andrea Bertolini, della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
    Le emozioni simulate nei cosiddetti agenti artificiali, le macchine, sono sempre più studiate e utilizzate per semplificare la loro accettazione da parte degli umani, fino ad arrivare a usi manipolatori.
    Nel breve articolo pubblicato su Science Robotics si prende spunto dal racconto di Sea of Rust in cui si narra di una ribellione dei robot nei confronti dell'uomo che si conclude con il totale annientamento dell'umanità. I robot rimasti soli si trovano a vivere in un mondo di violenze tra macchine e a convivere con quelli che possono in qualche modo essere definiti sensi di colpa e rimpianto per alcune delle scelte fatte, anche se in spesso in termini non umani. (ANSA).
   

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