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Dopo Apple e Samsung, anche gli smartphone Google si riparano a casa

Iniziativa di sostenibilità per i Pixel 8 e 8 Pro

Redazione Ansa

Anche Google entra nel cerchio delle aziende tech che intendono allungare il ciclo di vita dei prodotti venduti ai consumatori. Dopo Apple e Samsung, Big G inserisce gli smartphone Pixel 8 e Pixel 8 Pro tra quelli che gli utenti possono riparare a casa. Il tutto è reso possibile da una partnership, anche in Europa, con iFixit, piattaforma per la riparazione fai da te di oggetti tecnologici, che fornisce manuali e parti di ricambio.

La mossa non è casuale ma segue l'attuazione, a partire dagli Usa, del cosiddetto "diritto alla riparazione", norma che chiede ai produttori di condividere guide e materiali per rendere più semplice la riparazione casalinga dei dispositivi. Lo scorso novembre, l'Eurocamera aveva dato il via libera alle nuove misure per rafforzare il diritto alla riparazione nel mercato dell'Ue e ridurre l'impatto ambientale dei consumi di massa. Le parti vendute da iFixit per Pixel 8 e Pixel 8 Pro saranno disponibili fino al 2030, visto che Google promette sette anni di aggiornamenti software per la serie rilasciata lo scorso autunno. Un display sostitutivo costa tra i 170 e i 240 euro, mentre il prezzo della batteria è di 45 euro.

A differenza di Apple e Samsung, che vendono pacchetti di fotocamere da due o tre (a seconda dei modelli), Google permette di acquistare anche un solo sensore fotografico che non funziona, risparmiando così sul costo totale di riparazione. L'invito è, come per la concorrenza, di accedere al programma solo se si hanno le competenze necessarie, al netto della possibilità di sfruttare i manuali ufficiali con le stesse schede tecniche utilizzate dai centri autorizzati. Grazie all'app Pixel Diagnostics, gli utenti potranno poi testare il funzionamento del proprio dispositivo, così da controllare l'effettiva riuscita dell'operazione.

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