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Usa, l'ufficio brevetti rifiuta la domanda di OpenAI per registrare 'Gpt'

Termine troppo generico, non vuole soffocare la concorrenza

Redazione Ansa

Da quando OpenAI ha debuttato con il suo chatbot ChatGpt nel novembre 2022 facendo esplodere l'interesse del mondo per la tecnologia e scatenando una corsa all'intelligenza artificiale, l'azienda ha cercato di impedire ad altre società di utilizzare l'acronimo 'Gpt' (Generative Pre-trained Transformer), proteggendolo con una esclusiva. Ma l'ufficio brevetti degli Stati Uniti (Uspto) - come scrive il sito specializzato Gizmodo - ha rifiutato il brevetto due volte, l'ultima qualche giorno fa ritenendolo troppo generico per renderlo di uso esclusivo ad una società.

"Il termine 'Gpt' è comunemente usato in relazione al software che presenta una tecnologia di domanda e risposta con l'IA", ha scritto l'Uspto aggiungendo che ha respinto la domanda di OpenAI per non soffocare la concorrenza nel settore in favore di un marchio popolare e già ricco. Secondo indiscrezioni del New York Time di qualche giorno fa, la società guidata da Sam Altman ha raggiunto una valutazione su a 80 miliardi di dollari, triplicando la sua valutazione in meno di 10 mesi. Ora è una delle start-up tecnologiche di maggior valore al mondo, dietro ByteDance proprietaria di TikTok, e SpaceX.

"Le aziende e i concorrenti devono essere liberi di utilizzare un linguaggio descrittivo quando parlano dei propri beni e servizi nei materiali pubblicitari e di marketing", ha aggiunto l'Ufficio brevetti. E' la seconda volta che l'agenzia nega la richiesta di OpenAI di registrare un marchio per 'Gpt'. Ma la società può presentare un ricorso.

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