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Meta testa su Instagram i chatbot dei creatori di contenuti

E per Character.AI in arrivo le chiamate vocali con gli avatar

Meta testa su Instagram i chatbot dei creatori di contenuti

Redazione Ansa

Cresce la corsa e la competizione per i programmi di intelligenza artificiale conversazionale. Dopo i progetti di Google e Meta di far parlare gli utenti con personaggi famosi, l'azienda di Mark Zuckerberg inizierà a testare negli Stati Uniti su Instagram la funzione AI Studio, che consentirà ai creatori di contenuti di realizzare versioni chatbot di se stessi per parlare con i propri follower.

Per il momento, questi personaggi frutto dell'intelligenza artificiale saranno generati dai creatori di contenuti più famosi, appariranno principalmente nella messaggistica per rispondere alle domande dei loro follower e saranno chiaramente etichettati come IA, ha specificato Zuckerberg. L'annuncio è arrivato nelle stesse ore in cui la startup Character.AI ha spiegato che offrirà agli utenti la possibilità di parlare con avatar durante una chiamata. La corsa ad accaparrarsi l'attenzione degli utenti con avatar o dialoghi con persone famose, non è però priva di ostacoli.

OpenAI, la casa madre di ChatGpt, ha dichiarato nei giorni scorsi che ritarderà il lancio delle funzionalità vocali per il suo chatbot perché è necessario più tempo per i test di sicurezza. L'azienda ha mostrato per la prima volta gli strumenti il mese scorso suscitando da una parte interesse per le potenzialità, dall'altra scatenando la minaccia di una causa da parte dell'attrice Scarlett Johansson: ha affermato che l'azienda ha copiato la sua voce per uno dei suoi personaggi di intelligenza artificiale.

"Quanto più i chatbot impareranno ad imitare il nostro modo di comunicare, tanto più diventeranno parte della nostra quotidianità. Se oggi usiamo gli assistenti digitali nei nostri dispositivi solo per svolgere piccole operazioni è perché non sono ancora evoluti. Quando lo saranno, diventeranno compagni anche per le discussioni oltre che per gli acquisti - spiega Vincenzo Cosenza, esperto di intelligenza artificiale - Se avranno una voce conosciuta come quella del nostro attore preferito, anche meglio. Non credo però che molti personaggi noti vorranno prestarsi a alla diffusione o monetizzazione della propria voce".

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