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Dopo l'Ue anche la patria dell'hitech lavora a regole per l'IA

In California fioriscono proposte di legge e i big si dividono

Redazione Ansa

Un disegno di legge che mira a ridurre i potenziali rischi dell'intelligenza artificiale e chiede ai big della tecnologia test sui loro modelli e la divulgazione pubblica dei protocolli di sicurezza. Sono i contenuti di uno dei provvedimenti in discussione in California, patria della Silicon Valley, che se approvato definitivamente apporterebbe le prime regole nel settore sulla falsa riga di quanto già accaduto in Europa con l'AI Act. Nei giorni scorsi inaspettatamente anche Elon Musk si è detto favorevole alla proposta denominata 'SB 1047 bill'.

La norma è stata approvata di misura mercoledì scorso dall'assemblea californiana, ora andrà sulla scrivania del governatore Gavin Newsom per la firma: ha tempo fino a fine settembre per decidere se porre il suo sigillo, il veto o consentirne l'entrata in vigore senza il suo benestare. La California è un luogo simbolo dell'innovazione essendo la sede di 35 delle 50 principali aziende di IA al mondo. "Innovazione e sicurezza possono andare di pari passo e la California sta aprendo la strada", ha affermato il senatore democratico Scott Wiener che ha redatto la proposta. E' tra le decine di norme sull'intelligenza artificiale presentate negli ultimi mesi in California soprattutto per contrastare le manipolazioni dei contenuti come i deepfake in vista delle elezioni di novembre. Al momento la norma scritta da Wiener ha incontrato una forte opposizione da parte di società di venture capital e aziende tecnologiche tra cui OpenAI, Google e Meta, la società madre di Facebook e Instagram.

Affermano che le norme di sicurezza prendono di mira gli sviluppatori invece di colpire chi usa e sfrutta i sistemi di intelligenza artificiale per danneggiarli. In particolare OpenAI, azienda simbolo dell'IA dopo il lancio di ChatGpt, ha affermato che preferirebbe norme nazionali anziché un caotico patchwork di normative nei 50 stati Usa. Al momento, infatti, non esiste una norma unica statunitense che regolamenti l'IA ma un impegno sottoscritto dai diversi big del settore direttamente con la Casa Bianca. Elon Musk, proprietario di Twitter/X e fondatore di xAI, inaspettatamente ha espresso il suo sostegno alla proposta di legge di Wiener pur definendo la sua una "scelta difficile". La misura è supportata anche da Anthropic, una startup di Intelligenza artificiale sostenuta da Amazon e Google. Mentre OpenAI supporta invece un'altra proposta di legge sull'intelligenza artificiale della California: è denominata 'AB 3211' e richiede alle aziende tecnologiche di etichettare i contenuti generati dall'IA.

Intanto, qualche giorno fa Mark Zuckerberg e Daniel Ek, fondatori e ceo di due dei principali unicorni tech su scala globale, Meta e Spotify, hanno lanciato un monito sul ruolo dell'Europa negli sviluppi delle tecnologie guidate dall'intelligenza artificiale. Hanno scritto un articolo a quattro mani in cui sostengono che nell'Ue "la struttura normativa frammentata, costellata di implementazioni incoerenti, ostacola l'innovazione e frena gli sviluppatori".
   

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