Anche OpenAI, la casa madre di ChatGpt, si unisce alla corsa dei big della tecnologia per i chip, cuore pulsante di tutta la tecnologia che usiamo, dalle auto agli smartphone ai Pc, e ora anche dell'intelligenza artificiale. L'azienda di Sam Altman che ha guidato la volata dell'IA sta pensando di produrre semiconduttori personalizzati per ridurre i costi e la dipendenza tecnologica. Solo pochi mesi fa un terremoto a Taiwan, zona di produzione di semiconduttori, ha messo in crisi le forniture e gettato nel panico le aziende tecnologiche.
Le indiscrezioni su OpenAI, riportare da Reuters, sono uno spaccato del risiko economico che vede in campo i maggiori produttori di chip e i big della tecnologia alla ricerca di soluzioni sempre più performanti ma anche indipendenti per stare al passo con i ritmi veloci dell'addestramento e dello sviluppo dell'IA. Per i suoi semiconduttori personalizzati la casa madre di ChatGpt starebbe collaborando con Broadcom e si sarebbe assicurata una capacità produttiva con Tsmc. E sarebbe già in piedi un team di 20 persone tra cui ingegneri che in precedenza hanno lavorato ai processori Tensor di Google.
Si stima che l'hardware progettato su misura potrebbe non entrare in produzione prima del 2026. In attesa di questa data, OpenAI starebbe anche ragionando su una discontinuità con il gigante dei chip Nvidia a cui ora si è affidata quasi interamente, in favore dei chip Amd. Sembrano invece definitivamente tramontati i piani iniziali di costruire una propria rete di fabbriche per la produzione di chip - riportati da Bloomberg all'inizio dell'anno - a causa dei costi elevati e dei tempi lunghi richiesti.
La strategia di OpenAI rispecchia quella già adottata da diverso tempo da altre aziende tecnologiche come Google, Microsoft, Amazon e TikTok che cercano di gestire i costi e l'accesso all'hardware dei server per l'intelligenza artificiale attraverso progetti di chip proprietari. Per diventare un vero concorrente in questo ambito, però, l'azienda di Sam Altman deve recuperare terreno facendo affidamento a finanziamenti consistenti. Una strada che si potrebbe aprire a breve quando passerà da no-profit ad azienda a scopo di lucro attraendo così nuovi investitori. Solo nell'ultimo round di finanziamenti ha raccolto 6,6 miliardi di dollari e ora vale 157 miliardi.
Il boom dell'intelligenza artificiale generativa sta alimentando la domanda dei chip e le prestazioni dei data center, tanto che alcuni big si stanno affidando all'energia nucleare per stare al passo. Secondo gli analisti di Gartner il valore stimato per il mercato dei semiconduttori dedicati all'IA quest'anno supererà i 70 miliardi di dollari e si avvierebbe a toccare quota 92 miliardi entro il 2025. Elemento sui cui porre attenzione sono i chip di intelligenza artificiale che pilotano l'elettronica di calcolo, per i quali gli esperti di Gartner predicono un'incidenza del 47% (oltre 33 miliardi di dollari) sul fatturato prodotto complessivamente dai semiconduttori IA quest'anno.
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