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Ericsson al Mwc, la spinta al 5G potrebbe arrivare dall'IA

Ibm, non considerarla solo minaccia

Redazione Ansa

Il 5G è l'eterna promessa del mondo delle telecomunicazioni, che stenta a diventare una tecnologia accessibile per i consumatori. Il motivo, secondo Andrea Missori, Presidente di Ericsson Italia, è più di uno. "Tra i tanti - dice all'ANSA durante il Mobile World Congress di Barcellona - c'è la concorrenza estrema che, soprattutto nel nostro Paese, ha portato ad avere le tariffe tra le più basse in Europa. Gli operatori hanno perso, lo scorso anno, più soldi di quanti hanno investito, qualcosa che non si vedeva da decenni.

Si dovrebbe collaborare di più a livello locale e globale e invece lo scenario è sempre più frammentato e rallentato". Sotto questo punto di vista, un supporto potrebbe arrivare dall'intelligenza artificiale. "L'IA entra in campo per ottimizzare la programmazione della rete: le infrastrutture sono molto più complesse e per essere gestite correttamente devono eseguire adattamenti in tempo reale, questione di secondi". Il riferimento è a quando una connessione domestica deve dare priorità allo streaming di una videochiamata o allo streaming di una partita. Operazioni che è possibile eseguire in autonomia tramite l'IA".

Lo stesso concetto è espresso da Priya Kurien, Global Research Lead di Ibm. "Alcune tecnologie troveranno un grande beneficio dall'avvento dell'intelligenza artificiale. Pensiamo al quantum computing, che ancora adesso è oggetto di studi e analisi. L'IA può aiutarci non solo a rendere il calcolo quantistico reale ma anche a sbloccare nuove applicazioni in tanti settori, dalla medicina alla cybersecurity". Secondo il manager, uno sbaglio che potremmo fare è quello di considerare l'IA una minaccia, piuttosto che una risorsa: "Bilanciare aspetti positivi e rischi non è semplice ma se le organizzazioni, insieme ai governi, lavorano insieme per sviluppare un'etica nell'uso della tecnologia, si raggiungerà un punto di incontro tale da aprire opportunità oggi inesplorate".

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