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Tar conferma sanzione di Agcom a X per pubblicità gioco azzardo

Pari ad un milione e 350 mila euro, nessuna sospensione

Tar conferma sanzione di Agcom a X per pubblicità gioco azzardo

Redazione Ansa

Nessuna sospensione cautelare della sanzione da un milione e 350 mila euro inflitta nel marzo scorso dall'Agcom alla società Twitter International Unlimited Company, proprietaria della piattaforma di condivisione di video 'X', per la violazione del divieto di pubblicità del gioco d'azzardo così come stabilito dal 'Decreto dignità'. L'ha deciso con ordinanza il Tar del Lazio.

L'Autorità - è stato spiegato in una nota - ha riscontrato nove violazioni, una per ogni singolo account contrassegnato dalla 'spunta blu', relative a contenuti aventi natura di comunicazione pubblicitaria di siti che svolgono attività di gioco e scommessa con vincite in denaro. In più, rilevando che solo sette dei nove account sono stati oscurati direttamente dalla piattaforma durante il procedimento, ha adottato specifici ordini d'inibizione. Il Tar, premettendo come a un sommario esame tipico della fase cautelare "il ricorso non appare assistito da idoneo fumus boni iuris alla luce dei principi espressi dal Consiglio di Stato con sentenza del 13 maggio 2024, n. 4277 e considerando che non sembra pertinente il richiamo da parte della ricorrente agli 'artt. 41-43 Tusma', posto che tali disposizioni non disciplinano sotto alcun profilo le ricadute sanzionatorie discendenti dalla violazione del divieto di pubblicità del gioco d'azzardo", ha ritenuto l'istanza cautelare "non assistita dal prescritto requisito del periculum in mora".

I giudici hanno infatti osservato che 'l'ordine contenuto nel provvedimento impugnato risulta testualmente limitato ai soli 'video e/o immagini caricati successivamente alla notifica della presente delibera dai content creator identificati nell'atto di contestazione'" e "anche ritenendo che il provvedimento impugnato prefiguri la linea di condotta da adottare con riferimento alla generalità degli utenti abilitati alla pubblicazione di inserzioni pubblicitarie, va considerato come il Consiglio di Stato nella sentenza menzionata abbia affermato che gli intermediari di dimensioni mondiali che pubblicano giornalmente un massivo quantitativo di annunci pubblicitari sono tenuti a 'dotarsi di adeguati sistemi organizzativi, anche di tipo automatizzato e con ricorso a strumenti di intelligenza artificiale … per impedire agli inserzionisti di pubblicare annunci pubblicitari in violazione' dell'art. 9 del Decreto dignità".

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