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La direttiva rider è legge, svolta nella Gig economy 

Trasparenza su algoritmi e tutele al comparto

Redazione Ansa

Ultimo via libera alla direttiva rider. Dopo il negoziato di mesi e un accordo già raggiunto in primavera, gli Stati Ue hanno approvato in ultima battuta la nuova normativa sui diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali.

Il voto conferma l'intesa dunque per garantire trasparenza nell'uso degli algoritmi sul posto di lavoro e riconoscere per la prima volta più tutele a un comparto che occupa, secondo le stime, oltre 30 milioni di persone nell'Unione europei: autonomi a chiamata o parasubordinati che vanno dai tassisti, ai rider per le consegne dei pasti, dai lavoratori a domicilio, passando per babysitter, operatori socio sanitari e badanti e molti altri ancora.

Al voto al Consiglio Ue a Lussemburgo si è astenuta solo la Germania. Ora la nuova direttiva sarà firmata da Consiglio e Parlamento europeo, ed entrerà in vigore dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale europea. Gli Stati membri avranno quindi due anni per adeguare il diritto interno. L'idea della riforma è garantire che nell'uso di algoritmi per la gestione delle persone sul lavoro i sistemi automatizzati siano monitorati da personale qualificato e che i lavoratori abbiano il diritto di contestare le decisioni automatizzate.

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