Nuova battuta d'arresto per TikTok. La corte d'appello del District of Columbia si è schierata con il dipartimento di Giustizia respingendo la richiesta della popolare app di annullare la legge del Congresso che costringe la casa madre cinese a vendere la piattaforma di social media, a pena di essere messa al bando. Il caso finirà probabilmente davanti alla Corte Suprema.
La società ha deciso di rivolgersi alla Corte Suprema per rovesciare la legge del Congresso americano che impone la vendita della app da parte della proprietà cinese o la messa al bando. La piattaforma ha motivato il suo appello sostenendo che la legge viola il primo emendamento della Costituzione americana, quello sulla libertà d'espressione.
"La Corte Suprema vanta una lunga tradizione nella tutela del diritto alla libertà di espressione negli Stati Uniti, e confidiamo che agirà con la stessa determinazione su questa rilevante questione costituzionale". Lo riferisce un portavoce della piattaforma in una nota.
"Purtroppo, il ban di TikTok è stato ideato e sostenuto basandosi su informazioni inesatte, fuorvianti e speculative - si sottolinea ancora - configurandosi come una vera e propria forma di censura nei confronti del popolo americano. Se non sarà fermato, questo divieto rischia di soffocare le voci di oltre 170 milioni di cittadini negli Stati Uniti e in tutto il mondo a partire dal 19 gennaio 2025."
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