La pandemia ha spinto nel 2020 la diffusione di strumenti digitali anche nel settore sanitario. La spesa per la Sanità Digitale è cresciuta del 5% rispetto all'anno precedente, raggiungendo un valore di 1,5 miliardi di euro, pari all'1,2% della spesa sanitaria pubblica e a circa 25 euro per ogni cittadino. Il digitale è un canale sempre più usato dai cittadini il 73% si informa online sui corretti stili di vita, il 43% sulla campagna vaccinale, il 37% ha scaricato i referti via web. Mentre è ancora poco sfruttato il Fascicolo Sanitario Elettronico: solo il 38% della popolazione ne ha sentito parlare e solo il 12% è consapevole di averlo utilizzato. Sono i risultati della ricerca dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi.
"Il Pnrr è una grande occasione per superare le fragilità emerse durante la crisi sanitaria e iniziare a progettare fin da subito la Sanità post-emergenza. Ripartire 'connessi' significa utilizzare il digitale per promuovere una più efficace collaborazione fra tutti gli attori dell'ecosistema sanitario e modellare i servizi sanitari sulle esigenze dei cittadini/pazienti a supporto dei professionisti sanitari", spiega Mariano Corso, Responsabile scientifico dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità. Secondo la ricerca, durante la pandemia è triplicato l'uso della Telemedicina da parte dei medici: la Televisita è passata dal 13% al 39%. Remotizzabile il 20% delle visite a pazienti cronici, con un risparmio di 66 milioni di ore di spostamenti.
Ma uno dei punti più critici resta le competenze digitali dei professionisti sanitari, "oggi insufficienti per cavalcare i nuovi trend della rivoluzione tecnologica". Il 60% dei medici specialisti e dei medici di medicina generale ha sufficienti competenze digitali di base, legate all'uso di strumenti digitali nella vita quotidiana, ma solo il 4% ha un livello soddisfacente in tutte le aree delle competenze digitali professionali. (ANSA).