ROMA - Yahoo! Emea Limited dovrà rimuovere il link alla pagina web di un sito Usa in cui sono pubblicate informazioni inesatte e non aggiornate relative ad un cittadino italiano coinvolto in una vicenda giudiziaria accaduta in territorio americano. Lo ha stabilito il Garante privacy accogliendo il ricorso di un uomo che si era visto pubblicare propri dati personali (alcuni persino relativi alle caratteristiche fisiche) su un sito che riporta gli arresti compiuti ogni giorno negli Stati Uniti.
L'uomo - che si era già rivolto, senza esito, oltre che al motore di ricerca anche a Microsoft e Aol - lamentava il danno legato alla pubblicazione di notizie inesatte e obsolete relative a un arresto subito nel 2015 per un reato poi derubricato in uno di minore gravità.
Circostanza, quest'ultima, non riportata nel sito, in cui risultavano ancora le notizie relative alla prima ipotesi di reato e non venivano fornite informazioni sui successivi sviluppi della vicenda archiviata "con un non luogo a provvedere nell'immediato futuro". Il Garante - spiega la Newsletter settimanale - anche alla luce della direttiva 95/46/CE e delle sentenze della Corte di Giustizia europea "Google Spain" del 13 maggio 2014 e "Weltimmo" del 1 ottobre 2015, ha affermato innanzi tutto la competenza dell'Autorità italiana sul caso in esame. Una decisione confermata anche da una recente sentenza del tribunale di Milano nell'ambito di un giudizio di opposizione attivato da Yahoo! contro un precedente provvedimento del Garante.
Nell'accogliere il ricorso, l'Autorità ha dunque ritenuto illecita la diffusione di informazioni non aggiornate e inesatte, perché in contrasto con la normativa europea e nazionale, e ha ordinato a Yahoo! di provvedere alla rapida rimozione, in associazione con il nome e cognome dell'uomo, dell'Url alla pagina web. L'Autorità, infine, ha dichiarato non luogo a provvedere sul ricorso nei confronti di Microsoft e di Aol che hanno rimosso il link nel corso del procedimento
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