Dai media cinesi parte una richiesta a Elon Musk dopo l'annuncio dell'accordo sull'acquisizione di Twitter: essendosi descritto come un "assolutista della libertà di parola", alcuni osservatori, etichettati come "media affiliati allo Stato cinese", chiedono che la piattaforma social provveda a "rimuovere le etichette" come primo passo. Altrimenti, ha scritto il tabloid nazionalista Global Times, "è solo un altro esempio di gioco del doppio standard".
La teoria della "cospirazione cinese" rilanciata da Jeff Bezos, patron di Amazon, sulla conquista di Twitter di Musk è solo "uva acerba", ha osservato il tabloid del Quotidiano del Popolo, dando spazio allo scontro tra i due miliardari d'America.
Alcuni esperti cinesi hanno osservato che Bezos - che ha insinuato la maggiore influenza cinese su Twitter con l'arrivo di Musk considerando che nel 2021 circa la metà delle auto elettriche vendute dalla sua Tesla a livello globale sono state prodotte a Shanghai - "forse voleva ostacolare l'acquisizione, in parte perché la Tesla di Musk ha avuto successo in Cina mentre Amazon non è riuscita a farsi strada". Insomma, un approccio da "mentalità dell'uva acerba", secondo Shen Yi, professore alla School of International Relations and Public Affairs dell'Università di Fudan. Nei Paesi occidentali, "criticare la Cina è diventato normale, quindi le affermazioni di Bezos possono sembrare persuasive", ha aggiunto Shi.
In un tweet, Musk ha dichiarato: "Spero che anche i miei peggiori critici restino su Twitter, perché questo è ciò che significa libertà di parola". Da qui la richiesta di un primo gesto "distensivo" con la rimozione delle etichette.