Oxo, il primo videogioco della storia e uno dei primi esperimenti di intelligenza artificiale, rivive dopo 72 anni grazie a un progetto realizzato dall'associazione Insert Coin di Bologna, che ne ha creato una riproduzione perfettamente funzionante, frutto di un meticoloso lavoro di ricerca e di riproduzione del codice originale.
Sviluppato da Alexander S. "Sandy" Douglas, che nel 1952 lo programmò come prova per la sua tesi di dottorato all'Università di Cambridge sull'interazione Uomo-Computer, Oxo consiste nel classico gioco del tris basato su una scacchiera 3x3 in cui i due avversari si sfidano nel disegnare una sequenza di tre X o di O (da qui il nome OXO). Il videogioco era pensato per sfidare il computer e per dimostrare le potenzialità della nascente tecnologia ed il progetto originale era stato programmato su Edsac, uno dei primissimi computer elettronici digitali della storia.
Il giocatore umano selezionava la propria mossa attraverso un selettore a disco di un telefono. Selezionando un numero dall'1 al 9 dal disco telefonico, il giocatore umano posizionava il suo simbolo sulla rispettiva casella della scacchiera. Il computer rispondeva con la sua mossa per bloccare l'avversario o per selezionare la mossa vincente, analizzando e adottando la strategia migliore. La partita veniva visualizzata su un monitor a tubo catodico da 6 pollici illuminato a fosfori verdi. Il progetto realizzato da Insert Coin riproduce lo stesso tipo di selettore input grazie ad un telefono originale del 1949, e anche il monitor è stato interamente ricostruito sfruttando materiali originali dei primi anni '50.
Il progetto Oxo si aggiunge alle altre riproduzioni realizzate dall'associazione con intento didattico e divulgativo, come Tennis For Two (1957) e Spacewar! (1962) e mira - come è successo per il Videogame Art Museum, attualmente chiuso - a far rivivere o scoprire ad appassionati e curiosi di tutte le età la 'preistoria' del videogioco, con i primi esperimenti videoludici.