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Elezioni Usa, nel 2024 Musk ha diffuso 50 post bufala su X

Un rapporto cita decine di post contenenti inesattezze e deepfake

Redazione Ansa

Un nuovo rapporto dell'organizzazione no-profit britannica, Center for Countering Digital Hate, afferma che Elon Musk ha diffuso informazioni errate sulle elezioni statunitensi e sulla campagna presidenziale dei democratici in almeno 50 post sul social X.

Come riporta Engadget, il Ceo del centro, Imran Ahmed, sottolinea che l'assenza di una verifica dei fatti dimostra che l'attività di Musk nel contenere la diffusione delle bufale "sta fallendo, con il parallelo aumento del rischio di portare alla violenza nel mondo reale". Il rapporto cita 50 post pubblicati sull'account X di Musk dal 1 gennaio al 31 luglio di quest'anno, contenenti affermazioni sulle elezioni che sono state dimostrate false da fact-checker indipendenti.

I post vanno dalle accuse ai democratici di aver importato elettori per ottenere più voti alla promozione di teorie cospirative, secondo cui il sistema elettorale americano è vulnerabile alle manomissioni. Rispetto alla prima, il sito di fact checking Politifact ha ricordato i 3,6 milioni di immigrati fatti uscire dagli Stati Uniti sotto l'amministrazione del presidente Biden tra febbraio 2021 e settembre 2023. Sulle attività di voto, il Brennan Center for Justice, un istituto di diritto e politica senza scopo di lucro, ha definito i casi di frode elettorale "estremamente rari" e ha osservato che tutti gli stati hanno "vari livelli di sicurezza per proteggersi dagli illeciti".

 

Uno dei post di Musk presentava persino un deepfake generato dall'IA della candidata democratica e attuale vicepresidente Kamala Harris che dice: "Sono il tuo candidato democratico alla presidenza perché Joe Biden si è finalmente reso conto di dover lasciare il passo alla senilità".

Stando al rapporto, i 50 tweet sono stati visualizzati in totale circa 1,2 miliardi di volte su X.

Sulla base di ciò, Ahmed ha chiesto di ritenere le società di social media "responsabili dei contenuti diffusi allo stesso modo di qualsiasi giornale, emittente o azienda in America".   

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