Lei ha vissuto due anni e mezzo in Cina, insieme hanno studiato e lavorato quasi due anni in Canada. Eleonora Ciotti e Alessandro Malcosti sono nati negli anni ’80 e cresciuti nella zona dei Monti Lepini, nella provincia sud di Roma.
Eleonora e Alessandro hanno studiato il processo di lavorazione dello zafferano su volumi dedicati, sono andati a conoscere i coltivatori di Navelli, città considerata la patria dell’oro rosso italiano, e hanno iniziato la loro sperimentazione piantumando una piccola porzione di terra, per capire se il terreno di Segni potesse essere adatto alla riproduzione dei bulbi. “Ci siamo riusciti”, hanno detto con entusiasmo e, dopo un anno c’è stato il primo raccolto, questa volta in un campo molto più grande, di circa 800 metri quadrati. Oggi Eleonora si occupa della comunicazione e del packaging e Alessandro della coltivazione diretta sul campo. Un anno fa sono diventati genitori di due gemelli e, per sostenere la famiglia, continuano a svolgere il loro lavoro, lei come insegnante di inglese e lui come impiegato in una società di handling all’aeroporto di Fiumicino.
Sono già in atto collaborazioni con la filiera corta di prodotti locali, come il miele, e vogliono diffondere le proprietà benefiche dello zafferano anche nelle caramelle, nella birra, nel gin. “Chi si ferma al risotto è perduto – ha detto Eleonora – perché lo zafferano è una spezia molto versatile, che può essere utilizzata dall’antipasto al dessert, ed è un prodotto di eccellenza, genuino e naturale”. Approvato da alcuni chef italo-canadesi che la coppia ha avuto modo di conoscere durante il soggiorno a Toronto, l’oro rosso di Segni punta all’Oriente: “Con la mia conoscenza della lingua – ha annunciato Eleonora – contiamo di esportarlo in Cina”. “Il nostro sogno – ha concluso Alessandro – è quello di lasciare completamente la vita di città e dedicarci al nostro zafferaneto, magari anche con i nostri due figlioli”. YGF
Dalla Cina al Canada, tornano in provincia e piantano zafferano
L'oro rosso di Segni (Rm). 'La nostra sfida è l'export intercontinentale'