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Coronavirus: emergenza fa impennare consumi pasta in Francia

Panzani, in 3 settimane +90% vendite, salta pausa settimanale

Redazione Ansa

(AFP-ANSA) - ROMA, 17 MAR - Con l'emergenza coronavirus i maccheroni, citando un film con Alberto Sordi protagonista, provocano anche i francesi che sembrano far fronte all'ansia proprio gustando la pasta. "Stiamo aumentando del 90% le nostre vendite nell'arco di tre settimane e del 100% negli ultimi giorni" ha detto, a Afp, Xavier Rieschler, presidente del gruppo Panzani e dell'organizzazione di rappresentanza degli industriali pastai francesi (Sifpaf). "Le fabbriche del gruppo - ha evidenziato - che di solito non funzionano nei fine settimana, né di notte producono da qualche settimana senza sosta" per quei consumatori che stanno facendo scorta di cibo con la pasta a guidare le vendite. "Stiamo lavorando - ha raccontato il manager d'oltralpe - sette giorni su sette, per tutto l'arco delle 24 ore, grazie a una mobilitazione eccezionale delle maestranze francesi. Ciononostante non riusciamo a soddisfare tutta la domanda. Gli industriali si sono concentrati sui formati di pasta più semplici. Addio farfalle, dunque, perché richiedono il doppio del tempo per la produzione rispetto alle penne o agli spaghetti. I pastai stanno concentrando la gamma a una dozzina di formati elementari, per limitare le linee produttive". Non da meno l'impegno degli industriali italiani: "Da febbraio - ha detto Michel Liquidato, responsabile commerciale per il mercato francese de La Molisana che è il quarto produttore di pasta in Italia - a livello di produzione registriamo un incremento del 50% in Italia. E lo stabilimento di Campobasso ha aumentato del 150% le forniture nei mercati balcanici, dall'Ungheria alla Romania". Un quadro confermato anche da Barilla, De Cecco, e pasta Garofalo. "Ci concentriamo su quello che riusciamo a produrre" ha aggiunto Riescher, precisando che negli scaffali sono scomparsi i lotti di più confezioni in promozione. E questo vale per la pasta, ma anche per il riso e il couscous, le cui vendite si stanno raddoppiando". Certo le zone rosse e i trasporti pesano sulla distribuzione delle merci ma nessun produttore di pasta, anche in Italia, ha subito misure di contenimento. In prospettiva, se la domanda dovesse mantenersi così vivace, i pastai temono piuttosto di trovarsi a corto di materia prima, il grano duro. "Ma stiamo vigilando affinché venga mantenuta la fornitura alla nostra clientela" ha assicurato, sempre a Afp, Aséréal, una delle principali cooperative della filiera. (AFP-ANSA) Leggi l'articolo completo su ANSA.it