(ANSA) - ROMA, 06 MAR - Confagricoltura lancia l'allarme sul
crollo dei prezzi all'origine dei cereali. Senza un'inversione
di tendenza, la prossima disponibilità dei nuovi raccolti può
avere effetti devastanti sulla continuità produttiva delle
imprese.
I dati Istat relativi al periodo gennaio - novembre dello
scorso anno certificano che le importazioni di grano duro dalla
Federazione Russa sono ammontate a circa 400mila tonnellate.
Nello stesso periodo del 2022, si attestavano appena a 32mila
tonnellate. L'aumento, quindi, è di oltre il 1.100 %. Allo
stesso tempo, il grano duro in arrivo dalla Turchia è arrivato
ad incidere per poco meno del 40% sul totale delle importazioni
italiane.
Per quanto riguarda poi il grano tenero, continuano a
salire le esportazioni dall'Ucraina verso la Ue. Stando ai dati
della Commissione europea, da gennaio a ottobre 2023 l'aumento è
stato del 40% sullo stesso periodo dell'anno precedente.
Lo squilibrio dei mercati non è limitato all'Italia. La
Lituania, ad esempio, ha deciso il blocco delle importazioni
agroalimentari dalla Federazione Russa e la Polonia ha
annunciato che chiederà nei prossimi giorni alle istituzioni di
Bruxelles di assumere sanzioni europee nei confronti dei
prodotti agroalimentari russi e bielorussi.
Nell'ambito delle discussioni in corso sul rinnovo della
sospensione dei dazi e dei contingenti sulle importazioni
dall'Ucraina, Confagricoltura ha chiesto di includere cereali e
semi oleosi nella lista dei prodotti sensibili, per i quali è
previsto il ripristino dei dazi in caso di superamento di
massimali prefissati. "La Commissione Agricoltura del Parlamento
europeo ha accolto la richiesta, ma non basta. La profonda crisi
dei mercati in Italia e nella Ue impone decisioni coraggiose
anche sul piano politico. L'estensione delle sanzioni ai
prodotti agroalimentari russi va presa senza riserve in
considerazione", conclude Confagricoltura. (ANSA).
Confagricoltura,con crollo dei prezzi aumenta import dei cereali
"Serve una inversione di tendenza" a tutela delle imprese