(ANSA) - BOLOGNA, 09 MAG - Un mercato 'smisurato', quello
americano, per il cibo e il bere made in Italy. Un mercato che
vale "complessivamente 1.
Il dibattito promosso in collaborazione con la camera di
Commercio americana in Italia ha evidenziato come quello a
stelle e strisce sia un mercato enorme e ricco di potenzialità,
anche se complesso e difficile da aggredire in cui le occasioni
per fare affari sono legate all''Inflaction Reduction Act'
varato dall'Amministrazione Biden che mette a disposizione delle
imprese, anche straniere, crediti fiscali per localizzare
progetti legati all'energia pulita che interessa anche il mondo
agroalimentare, un settore che rappresenta il 10% emissioni
serre degli Stati Uniti. Inoltre, una spinta potrebbe arrivare
dal programma 'Selected Usa', disponibile da giugno per
agevolare gli investimenti che creano posti di lavoro di
qualsiasi tipo e dimensione, per tutte quelle aziende che
vogliono investire o espandere i loro investimenti.
"Per continuare a crescere - ha osservato Antonio Cellie,
amministratore delegato di Fiere di Parma, teatro di Cibus -
dobbiamo trovare modelli di internazionalizzazione più
rilevanti. Negli Stati Uniti le opportunità sono offerte non
solo dai grandi player della grande distribuzione, ma anche a
livello locale c'è un interessantissimo 14% di operatori, che da
soli valgono più del mercato italiano. Inoltre alcuni trend, che
in Europa si sono fermati, oltreoceano continuano a crescere,
come l'organic, trainato dalla Generazione Z e - conclude - dai
millennial che chiedono di consumare meno e sempre meglio".
(ANSA).
Alimentare: a Cibus 'sogno americano', mercato da 1.500 miliardi
Per le aziende italiane vale dieci volte quello europeo