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Parmigiano Reggiano, Italia-Usa lavorino per riconoscimento IG

Bertinelli incontra la Niaf, preoccupa rischio dazi

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 OTT - È necessaria una sempre più stretta collaborazione tra Italia e Stati Uniti attraverso un impegno attivo e proattivo del Consorzio Parmigiano Reggiano, basata sul reciproco riconoscimento delle eccellenze agroalimentari. È con questo obiettivo che una delegazione del Consorzio capitanata dal presidente Nicola Bertinelli ha incontrato Mariangela Zappia, ambasciatrice d'Italia negli Usa e Robert Allegrini, presidente Niaf, National italian American Foundation, l'organizzazione di rappresentanza degli oltre 20 milioni di cittadini italo-americani che vivono negli Stati Uniti. Per il Parmigiano Reggiano, gli Usa sono il più grande mercato estero, con oltre 14mila tonnellate esportate nel 2023 (+7,7% rispetto al 2022), il 22,5% della quota export; nel primo semestre 2024, le vendite hanno segnato +21,7% sullo stesso periodo del 2023.
    "È fondamentale comunicare il vero valore del Parmigiano Reggiano - ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio - ma siamo preoccupati dal rischio che prenda piede un contesto di misure restrittive al libero commercio dei latticini, con provvedimenti di tutela che influenzino il mercato colpendo in maniera indiscriminata anche chi, come noi, copre meno del 5% del mercato dei formaggi duri e viene venduto a un prezzo doppio di quello dei Parmesan locali. Imporre dazi su un prodotto Dop come il Parmigiano Reggiano - ha precisato - aumenterebbe solo il prezzo per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali. Vogliamo lavorare con istituzioni, associazioni e imprese per costruire un futuro in cui i prodotti di qualità, come il Parmigiano Reggiano e le specialità americane, possano circolare liberamente in entrambi i Paesi, senza barriere all'ingresso". Per il presidente, "l'adozione di dazi contro le Indicazioni geografiche va considerata come uno strumento 'non etico' e dannoso per prodotti che sono un vero e proprio patrimonio delle zone d'origine, da cui non possono essere per loro natura delocalizzati". (ANSA).
   

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