"Si tratta di un lavoro estremamente interessante ed istruttivo - afferma Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia e ordinario di Medicina Interna all'Università di Catania - con ricadute anche su un dibattito attualmente in corso nel nostro paese, in merito alla "sugar tax", misura che tende ad incoraggiare l'industria a produrre prodotti con sempre minore quantità di zuccheri aggiunti".
Condotta da John Sievenpiper del Clinical Nutrition and Risk Factor Modification Centre dell'ospedale St. Michael's a Toronto, l'analisi è stata realizzata proprio per porre fine ai tanti dubbi in particolare intorno al fruttosio che è sì lo zucchero naturale della frutta, ma è anche lo zucchero più spesso aggiunto in quantità tutt'altro che moderate in tanto cibo industriale (dai succhi di frutta ai cereali per la prima colazione).
I ricercatori canadesi hanno tenuto conto di una serie di parametri che si usano per stimare il rischio di diabete o il livello di controllo della malattia laddove già presente: ad esempio la glicemia a digiuno e l'insulina a digiuno (quanto zucchero e quanta insulina è nel sangue dopo un periodo di digiuno).
Ebbene è emerso che bibite e bevande come i succhi di frutta confezionati (che hanno zuccheri aggiunti) come pure i dolci e altro cibo industriale sono deleteri per il controllo glicemico ed il loro consumo si collega ad aumentato rischio di diabete.
Al contrario il consumo di frutta appare protettivo contro la malattia ed è risultato collegato a un migliore controllo glicemico.
"L'analisi fatta dai ricercatori canadesi e pubblicata su un'importante rivista come il British Medical Journal - continua Purrello - dimostra che i maggiori pericoli derivano proprio da bevande o snack in cui sono aggiunte elevate quantità di fruttosio, anche perché questi prodotti vengono consumati per lo più al di fuori dei pasti e dei conteggi di calorie prescritte ai pazienti con diabete o a soggetti a rischio. Gli autori auspicano, ed io concordo pienamente, che siano introdotte strategie di salute pubblica atte a ridurre il consumo di bevande zuccherate, che forniscono calorie senza alcun valore nutrizionale".
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