BRUXELLES - L'Italia, dopo la Germania e la Romania, è il Paese Ue che nel 2019 ha analizzato più campioni nell'ambito del programma coordinato europeo per verificare la presenza di residui di pesticidi. Emerge dal rapporto Efsa sul primo anno di applicazione del piano triennale, che ha analizzato campioni raccolti casualmente da 12 prodotti alimentari (mele, cavoli, lattuga, pesche, spinaci, fragole, pomodori, chicchi di avena, chicchi d'orzo, vino, latte vaccino e grasso di suino).
I controlli previsti dal piano Ue si sommano a quelli nazionali per un totale di 11.500 campioni analizzati. Il 62,6% sono privi di residui, una percentuale più alta del dato europeo (Ue a 27 più Regno Unito, Norvegia e Islanda), che si attesta al 53%. Il 36,2% presenta residui al di sotto dei limiti e l'1,1% non è conforme. Sul totale, 9.473 campioni hanno come origine l'Italia, 452 provengono da altri Stati membri dell'Ue, 1.309 da Paesi terzi e per 266 campioni l'origine è sconosciuta.
Pesticidi: Italia al top in Ue per controlli e minor residui
Il 62% dei campioni è senza sostanze, la media europea è 53%