(ANSA) - ROMA, 17 GEN - "E' una via certamente percorribile".
Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa,
rispondendo a Mi Manda Rai3 a una domanda sulla possibile
etichettatura dei cibi contenenti acrilammide, sostanza
cancerogena che si forma nella frittura o nell'abbrustolimento
degli alimenti.
"Ovviamente - ha aggiunto, secondo quanto
riferisce Federcuochi in una nota - siamo ancora in una fase di
approfondimento, ma credo che possa essere tranquillamente un
obiettivo che ci possiamo dare. D'altronde sappiamo come la
corretta alimentazione sia anche un elemento di prevenzione
sanitaria". Costa ha anche annunciato che da parte dell'Ue "è
arrivata a tutti i Paesi membri l'indicazione di accentuare e
intensificare quello che è lo studio e il monitoraggio, anche
per arrivare poi a condividere quelle che possono essere delle
soglie minime di riferimento di acrilammide. Nel nostro Paese il
problema deve essere affrontato almeno sotto 3 livelli diversi,
quello industriale - tutti i produttori hanno dei riferimenti e
su questo vengono effettuati anche dei controlli - poi c'è il
tema legato all'attività domestica e alla ristorazione. Un tema
molto complesso anche perché non è facile individuare delle
soglie minime, ogni alimento reagisce in maniera diversa e
quindi ha soglie diverse".
L'acrilammide è una sostanza cancerogena e neurotossica.
Sarebbero, inoltre, i bambini, ricorda la nota, i soggetti più
esposti alle sue conseguenze (circa 10 volte più degli adulti),
in quanto minore è il peso del soggetto che la assume, maggiore
è l'effetto nocivo. Secondo Luca Ragagnini, vice direttore di
Unione Italiana Food, per i prodotti di tipo industriale "stiamo
parlando di un problema totalmente sotto controllo. Ad esempio,
per superare la dose massima di acrilammide, bisognerebbe
ingerire 150 biscotti al giorno, oppure 250 cornetti" (ANSA).
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