(ANSA) - ROMA, 23 GEN - Meno calorie si assumono durante il
giorno, più anni di vita potremmo aspettarci: lo suggerisce uno
studio pubblicato sulla rivista Nature Aging e condotto dalla
Columbia University secondo cui la cosiddetta "restrizione
calorica" a lungo termine potrebbe rallentare il processo di
invecchiamento biologico negli adulti. In particolare, riducendo
l'apporto calorico del 12% per due anni in adulti magri o
leggermente in sovrappeso, si è osservato un rallentamento del
processo di invecchiamento dell'ordine del 2-3%.
Quella che gli scienziati chiamano l'età biologica di una
persona non è altro che un metro per misurare l'accumulo di
danni, cambiamenti fisiologici e perdita di funzione fisica che
si verificano in una persona nel corso del tempo. Quasi mai
coincide con l'età anagrafica dell'individuo; due coetanei
infatti possono avere una età biologica simile a seconda anche
dei loro stili di vita.
In questo studio per determinare se la riduzione calorica a
lungo termine cambiava la velocità dell'invecchiamento del corpo
i ricercatori hanno misurato delle modifiche al Dna. Hanno
esaminato gli effetti della restrizione calorica in adulti
giovani e di mezza età sani, magri o leggermente in sovrappeso,
nel corso di due anni. Gli scienziati volevano sapere se la
restrizione calorica influenzava i processi molecolari associati
all'invecchiamento. Rispetto ai 75 partecipanti che hanno
mantenuto un'alimentazione normale, i 143 partecipanti che hanno
ridotto le calorie hanno rallentato la loro velocità di
invecchiamento del 2-3% utilizzando un "contachilometri" basato
sui cambiamenti del Dna che determina il tasso annuale di
invecchiamento biologico. Questo studio fornisce prove che la
riduzione calorica a lungo termine rallenta i cambiamenti che si
verificano con l'invecchiamento negli uomini e suggerisce che
l'invecchiamento del Dna potrebbe essere modificabile. (ANSA).
Meno calorie nel piatto un possibile elisir di lunga vita
Dieta ipocalorica rallenta processo di invecchiamento del 2-3%