- Michael Phelps, recordman di medaglie olimpiche, consumava 1 kg di pasta al giorno, Serena Williams e Roger Federer ne mangiavano un piatto al pomodoro prima dei match, mentre Usain Bolt, Federica Pellegrini e Rossella Fiamingo la portavano in tavola almeno una volta al giorno.
Fonte privilegiata di carboidrati, parte integrante della dieta mediterranea e amatissima dagli italiani, la pasta trova ampio spazio dell'alimentazione per chi pratica sport, ma occorre saperla consumare nel modo giusto. A spiegarlo è Michelangelo Giampietro, specialista in Medicina dello sport e in Scienza dell'alimentazione nell'estate dei grandi appuntamenti sportivi.
Innanzitutto i carboidrati vanno assunti prima, durante e dopo l'attività fisica, assicurando la giusta riserva di glucosio ed energia durante la prestazione. A una frequente attività sportiva deve essere associato un consumo di carboidrati idoneo, più delle proteine. Andrebbero assunti giornalmente 3 grammi ogni kg di peso corporeo desiderabile (pcd,) se si tratta di atleti si sale fino a 6-10 g per kg pcd.
E' sempre meglio mangiarla al dente, perchè più il tempo di cottura viene prolungato e maggiore è l'indice glicemico. Bene la pasta integrale, che contiene più carboidrati complessi e fino a 5 volte più fibre di quella tradizionale; la fibra, essendo più voluminosa, dà un maggior senso di sazietà e, inoltre, rallenta l'assorbimento dei nutrienti, aiutando a prevenire l'accumulo di adipe, stipsi, colesterolo e fame nervosa.
Occhio ai sughi elaborati, meglio condire la pasta con l'olio extravergine di oliva, fonte di acidi grassi mono e polinsaturi, vitamine e antiossidanti. Meglio preferire sughi leggeri con l'aggiunti di verdure, preferibilmente di stagione, e/o legumi perché le fibre presenti, rallentano l'assorbimento dei carboidrati e dei nutrienti presenti nella pasta e aiutano a modulare al meglio il glucosio presente nel sangue.