(ANSA) - Solamente un palato davvero esperto è in grado di riconoscere un pesce d'acquacoltura rispetto a uno di cattura in mare, un settore dove l'Italia vanta un giro d'affari di oltre 400 milioni di euro. In realtà i valori nutrizionali tra i due prodotti sono simili ma non i prezzi.
A parlare è Francesco Gai dell'Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa) del Cnr, entrando in campo su un tema che ogni anno torna alla ribalta. Con l'arrivo dell'estate si mangia più pesce e cresce la voglia di conoscere le differenze tra questi due prodotti che, avendo quotazioni molto diverse, possono generare dubbi al momento dell'acquisto.
"Il pesce allevato non è ancora ben visto come se fosse di qualità inferiore - spiega Gai - eppure diamo per scontato che la carne sia allevata e nessuno la considera di bassa qualità o pretende, quando va in macelleria, di acquistare un animale selvatico cacciato". Il ricercatore fa presente che in acquacoltura l'animale vive in un ambiente controllato, motivo per il quale mostra una maggiore salubrità certificata.
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