(ANSA) - SYDNEY, 5 NOV - E' stato respinto il piano oggetto
di annose trattative multinazionali per creare il più grande
parco marino al mondo nell'Oceano Meridionale presso
l'Antartide, uno degli ecosistemi più importanti della Terra. E'
il deludente esito dell'ultima riunione annuale dei membri della
Commissione per la conservazione delle risorse marine viventi
dell'Antartide (Ccamlr) - 24 paesi fra cui l'Italia più l'Unione
Europea - che si è tenuta nei giorni scorsi a Hobart in
Tasmania.
A bloccare il piano, che era stato proposto nel 2014 e
approvato in linea di principio nel 2016, è stato il veto di
Russia, Cina e Norvegia, che hanno un'intensa attività
peschereccia nella regione. Secondo il piano sarebbero stati
protetti oltre 1,5 milioni di kmq del Mare di Ross, fra cui 1,1
milioni di kmq, pari all'area combinata di Spagna e Francia,
riservati come "zona di protezione generale", con divieto
assoluto di pesca per salvaguardare specie fra cui pinguini,
balene orca, balene blu e foche leopardo.
La protezione era considerata urgente data l'importanza, per
le risorse naturali dell'intero pianeta, dell'Oceano
Meridionale, che secondo le stime produce circa tre quarti delle
sostanze nutrienti che sostengono la vita nel resto degli
oceani. Secondo gli esperti avrebbe anche svolto un ruolo chiave
nell'affrontare il cambiamento climatico, poiché i mari attorno
all'Antartide assorbono quantità enormi di CO2 dall'atmosfera.
Hanno reagito con sgomento i gruppi ambientalisti, che
avevano mobilitato due milioni di persone in sostegno del piano.
"Era un'opportunità storica per creare la più grande area
protetta sulla terra, proteggendo la fauna, affrontando il
cambiamento climatico e migliorandola salute degli oceani
globale", ha detto Frida Bengtsson, della campagna di Greenpeace
'Protect the Antarctic'. (ANSA).
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