Uno dei nodi principali del dossier riguardava l'introduzione delle quote pesca nel Mediterraneo su alcune specie demersali, (ad esempio nasello, sgombro, spigola e scampi), e la soluzione trovata stabilisce un punto di incontro tra il settore della pesca e gli ambientalisti. Infatti - spiega la Via - ''alla gestione delle catture attraverso le quote si preferiscono sistemi di gestione dello sforzo di pesca basati sul numero di giorni in mare, sulla riduzione della capacità di pesca o su periodi di fermo. In relazione allo sforzo di pesca e' stata stabilita una riduzione massima del 10% nel primo anno e al massimo del 40% in 5 anni''. Un passaggio prioritario del compromesso - sottolinea l'eurodeputato Fi - ''riguarda la protezione degli habitat sensibili, la sostenibilità sociale della piccola pesca, la tutela delle specie di maggior interesse biologico e commerciale, accanto alla sopravvivenza delle migliaia di imprese coinvolte''.
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