ROMA - Riaprono i ristoranti e la pesca tira un primo sospiro di sollievo, essendo stato tra i settori più colpiti dalla pandemia. Ma la strada è ancora lunga per una normale ripresa dei consumi in una stagione comunque promettente, visto che il 70% degli italiani in estate ama mangiare pesci, molluschi e crostacei a casa e fuori.
Se nelle Marche per la prima volta in questa settimana gli operatori sono tornati a pescare regolarmente, in Abruzzo, dopo il fermo pressoché totale, ora lavorano tutti ma con meno giorni alla settimana per evitare invenduto e crollo dei prezzi. E mentre la Liguria punta sulla vendita diretta facendo conoscere anche specie meno note, in Emilia Romagna la ristorazione dà nuovo slancio alle produzioni di vongole e ostriche molto penalizzate durante il lockdown. Nel Lazio, invece, la ripresa si fa attendere insieme al turismo balneare romano del fine settimana. A dettare il calendario delle uscite in Veneto è il mercato a seconda delle richieste. In Toscana i pescatori sono per mare ma la ristorazione stenta a decollare; la Versilia e l'Elba, ad esempio, senza la clientela del Nord lamentano prezzi sotto la media del 30-40%. Meglio in Sardegna, dove la riapertura dei locali ha ridato slancio al comparto in quantità e prezzi, ma non ancora in Sicilia, dove si è ancora lontani dalla normalità.
Non mancano idee creative per far quadrare i conti come a Viareggio, dove l'Organizzazione produttori 'Cittadella della Pesca' ha lanciato il 'Trabaccolo express' nome di una storica imbarcazione locale, per consegnare a domicilio il prodotto pescato che un tempo sarebbe stato destinato alle mense scolastiche; il tutto accompagnato ad un'intensa attività social dove i clienti si scambiano ricette e mandano foto dei piatti realizzati. Visto il successo dell'iniziativa i pescatori si stanno dando da fare per portare anche pesce pronto al consumo o abbattuto in modo da essere consumato crudo a casa.
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