Sette italiani su dieci legano il consumo delle ostriche ad occasioni speciali e romantiche, come emerge da un sondaggio di Fedagripesca-Confcooperative in occasione di San Valentino. Pochi però sanno che mangiarle fa bene all'ambiente.
Un settore che in Italia ha grandi margini di crescita, come spiega all'ANSA il vicepresidente di Fedagripesca-Confcooperative, Paolo Tiozzo. "Abbiamo molte varietà molto apprezzate anche all'estero, dall'Ostrica rosa di Scardovari, alla verde del Golfo dei Poeti, alla bianca del Gargano, alla nera di Goro - precisa - certo non possiamo competere con i volumi di altri paesi ma la qualità è ottima; una filiera che se ben sviluppata potrebbe arrivare a superare il mezzo miliardo di euro". Ed è proprio il team dell'Università di Ferrara, coordinato dalla professoressa Elena Tamburini, che sta lavorando alla messa a punto di un piano strategico di rilancio con il primo manuale tecnico di ostricoltura. Il progetto in corso, è finanziato dal Masaf e prevede la creazione di una rete nazionale dei principali produttori di 6 regioni, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Puglia, Sardegna e Liguria. Il piano è focalizzato sull'indagine della sostenibilità ambientale ed economica e sugli aspetti igienico-sanitari dall'allevamento al consumo. Secondo Tamburini, "ostriche, insieme a cozze e vongole potrebbero rappresentare un'importante fonte di proteine per il futuro del pianeta, molto più sostenibili dal punto di vista ambientale di quelle da insetti e carne artificiale prodotta in laboratorio e con un valore nutrizionale superiore".
Ostriche salva-ambiente, catturano la CO2
Università Ferrara, i gusci 'abbattono' l'anidride carbonica