(ANSA) - ROMA, 17 AGO - Il primo chip commestibile potrebbe
essere vicino: uno studio dell'Istituto Italiano di Tecnologia
di Milano ne ha infatti dimostrato per la prima volta la
fattibilità, prendendo in prestito un materiale ottenuto a
partire dalla corazza dei granchi. Il prototipo, descritto sulla
rivista Nanoscale, fa compiere un ulteriore passo avanti al
campo in forte sviluppo dell'elettronica commestibile, con un
obiettivo preciso: sviluppare dispositivi edibili in grado di
entrare nel corpo senza nuocere alla salute.
L'altro elemento fondamentale del dispositivo è il chitosano,
un materiale commestibile ottenuto a partire dalla corazza dei
crostacei come granchi e gamberetti. Un sottile strato formato
da questo materiale è in grado di assorbire l'acqua normalmente
presente nel corpo, permettendo al dispositivo di funzionare.
"Questi dispositivi potrebbero essere impiegati nella
diagnostica per costruire pillole commestibili e digeribili in
grado di eseguire una serie di analisi lungo l'intestino e,
all'occorrenza, di rilasciare farmaci", sottolinea Alessandro
Luzio, uno degli autori dello studio. "Ci sono poi le
applicazione nel campo alimentare - aggiunge Luzio - per esempio
per controllare la qualità del cibo o per rilevare la presenza
di contraffazioni". (ANSA).
In arrivo il chip commestibile, dalla corazza dei granchi
Studio italiano dimostra la fattibilità