(ANSA) - ROMA, 21 FEB - In Italia, la produzione di
acquacoltura nel 2021, tra pesci marini e di acqua dolce,
molluschi, crostacei, è di quasi 146mila tonnellate, superando
le quote della Grecia ma al di sotto di quelle di Spagna e
Francia. Un dato che si inserisce nel comparto europeo che, con
oltre 1,1 milione di tonnellate l'anno, rappresenta una parte
fondamentale del mondo della pesca.
"Abbiamo realtà produttive italiane molto diverse - ha detto
Ludovico Ferro, direttore scientifico della Fondazione - in
Liguria ad esempio soprattutto semi artigianali, mentre nelle
Marche di tipo più industriale, ci sono vari mix di tradizione e
innovazione, con aziende familiari e altre più strutturate, con
una stima totale per la mitilicoltura di 450 imprese e 4mila
addetti, cui vanno aggiunti un migliaio di stagionali e un
indotto di 550 altri lavoratori tra commercializzazione e
manutenzione di barche e impianti".
Lido di Venezia, Pellestrina, Chioggia, Scardovari e Pila,
poi Goro, Cattolica, Civitanova Marche, Porto San Giorgio, La
Spezia e Taranto sono i luoghi di nascita della mitilicoltura,
tra i più colpiti per criticità ambientali, organizzative e
produttive. "Ad accomunano le realtà analizzate - ha detto Ferro
- sono i cambiamenti climatici, i predatori, come le orate o il
granchio blu, e una concorrenza non sempre leale sul piano delle
importazioni, ma soprattutto la mancanza di manodopera: anche
dove la mitilicoltura è fortemente radicata nelle tradizioni
locali, cui si somma la mancanza di ricambio generazionale; non
a caso in Emilia Romagna e Marche diversa si conta un'alta
presenza di lavoratori di origine straniera".
". (ANSA).
Ricerca Fai Cisl, l'acquacoltura italiana supera la Grecia
146mila tonnellate la produzione complessiva nel 2021