E' necessario far conoscere al consumatore l'origine del prodotto, non solo al supermercato, dove è già obbligatorio, ma anche al ristorante, dove non ci sono informazioni sul pesce che si sceglie né, conseguentemente, garanzie di tracciabilità. A chiederlo è Antonio Salvador, presidente dell'Api, l'Associazione dei Piscicoltori di Confagricoltura che rappresenta il 90% delle aziende di acquacoltura italiane, nell'evidenziare l'importanza di una maggiore informazione sul pesce consumato nella ristorazione, soprattutto nel periodo estivo.
Sul fronte delle caratteristiche organolettiche, i pesci allevati in Italia sono ricchi di Omega-3, di vitamina D e molto digeribili, ricorda l'Api; sono poveri di colesterolo e forniscono appena un centinaio di calorie per ogni etto di prodotto. Un comparto che, secondo Salvador, potrà essere più sostenibile se ci sarà un forte impulso al suo sviluppo, fornendo più spazio e garantendo una maggiore semplificazione burocratica. Oggi, per quanto riguarda la maricoltura, a fronte di 8mila km di coste, sono attive solamente 21 concessioni off-shore, mentre altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo ne hanno centinaia. L'Italia potrebbe insomma supplire alla domanda crescente di consumo del pesce, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro nelle aree rurali e costiere.
Pesce allevato, indicazione di origine anche al ristorante
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