E' stato dedicato a Carlo Benetton, in riconoscimento per quanto fatto per il progresso del territorio, l'Archivio storico, con 100mila documenti, dell'azienda agricola Maccarese spa, la più grande d'Italia, la cui sede, negli spazi da poco restaurati del Castello di San Giorgio, è stata inaugurata questa mattina.
Alla cerimonia presenti, tra gli altri, il fondatore e presidente del gruppo Benetton, Luciano Benetton, i figli di Carlo Benetton, che era presidente della Maccarese spa, Massimo, Andrea, Christian e Leone, Mauro Benetton e Daniela Bertagnin Benetton, il presidente della Fondazione Benetton, Marco Tamaro, l'amministratore delegato della Maccarese spa, Silvio Salera, il sindaco di Fiumicino Esterino Montino, il vescovo della diocesi di Porto e santa Rufina, Gino Reali, il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, l'onorevole Renato Brunetta.
L'importanza e l'attualità dell'apertura di un archivio, ospitato in locali con un microclima adatto alla conservazione della carta, che in parte verrà digitalizzato e da oggi disponibile al pubblico ed agli studiosi, come quello della Maccarese, sono stati sottolineati dall'editorialista del Corriere della Sera, Paolo Conti.
Luciano Benetton ha sottolineato come "l'idea del restauro, dopo la bella esperienza della nascita dell'archivio storico Benetton nel 2009, che sta crescendo ancora con continue donazioni, sia nata nel 2013 con una prima visita con mio fratello Carlo. Ne sono stato subito felice. È nato dopo cinque anni di importante lavoro con un grande gioco di squadra".
L'inaugurazione giunge dopo cinque anni di interventi, necessari sia per verificare la consistenza del patrimonio archivistico, sia per metterlo in sicurezza, ricorrendo anche a una sua integrale sanificazione. Parallelamente si è proceduto al restauro del Castello di San Giorgio, cuore e simbolo della tenuta agricola intorno a cui sono sorte dieci botteghe artigianali. "L'archivio racconta la storia della politica agricola nazionale e del territorio; è strettamente legata con alcuni grandi temi della storia italiana del Novecento - ha detto Salera, che ha ricordato Carlo Benetton ed il suo impegno per risanare in 20 anni l'azienda, facendola diventare grande, valorizzando l'ambiente - le bonifiche e le migrazioni interne, le tecniche e le politiche di produzione agraria e zootecnica, le lotte sindacali del secondo dopoguerra. L'archivio non poteva che essere intestato a Carlo Benetton, che ci manca tanto".
Il recupero e la valorizzazione dell'archivio storico, che racconta la storia della politica agricolo nazionale e del territorio, sono stati decisi dalla società agricola con la collaborazione scientifica della Fondazione Benetton Studi Ricerche. Circa cinquecento metri di documenti, registri e faldoni, appunti, statuti e bilanci, verbali di riunioni e incontri, fotografie, disegni tecnici e planimetrie, registri contabili e di produzione, documenti di progetto, corrispondenza con enti e istituzioni, ruoli e fascicoli del personale costituiscono un unicum in Italia, sia per la completezza della documentazione, sia per l'importanza dell'Azienda Maccarese, la cui attività agricola subentra, a partire dal 1925, a quella condotta dalla Famiglia Rospigliosi, a partire dal 1683 e sino ad allora proprietaria della tenuta.
"L'archivio della Maccarese, finalmente aperto allo studio e alla ricerca, rappresenta un tassello importante ed atteso, da anni, dagli studiosi, di una rete di fonti archivistiche per la storia dell'agricoltura - racconta Francesca Ghersetti, responsabile del centro documentazione della Fondazione Benetton e coordinatrice del progetto di recupero dell'archivio - Queste fonti, tutte insieme, nell'ottica di costituire una unica grande fonte storica, sono un patrimonio nazionale di assoluto rilievo per comprendere e scrivere pagine importanti della nostra storia economica e sociale".
"Papà era un visionario - ha detto Andrea Benetton - amava il bello ed ha voluto credere cinque anni fa in questa opera ardua della sistemazione dell'archivio della Maccarese spa. Oggi sono orgoglioso, a nome dei miei fratelli, di scoprire la targa dell'Archivio storico e di poterlo dedicare a mio padre".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it